Domani sarà un giorno catartico.
Non vado dal parrucchiere dal lontano 2013 (agosto ehm ehm): in questi mesi la mia chioma ha subìto una mutazione genetica tale da assumere le fattezze di un nido di chiurlo. Robe che se mi vede un ornitologo mi tessera immediatamente alla LIPU.
Voi capirete pertanto l’eccezionalità dell’evento e le speranze che la sottoscritta sta riponendo nelle mani della santasubito parrucchiere che domani sarà al contempo artefice e testimone di un evento soprannaturale: la mia rinascita.
Perchè come dice Niccolò, io vivo sempre insieme ai miei capelli.
E se i capelli non sono a posto, mi girano le balle.
E voi capirete che sono mesi che mi girano le balle perchè non mi sento a posto.
Perchè non andarci prima? Non lo so.
Non è che sia sempre una passeggiata di salute andare dal parrucchiere.
Ha la sua dose di inquietudine. Ha sempre questo sapore dolce amaro.
Giorni in cui gli faresti un monumento. E giorni in cui ti verrebbe voglia di aspettarlo fuori con la prima ingranata pronta a stirarlo.
Si perchè il parrucchiere genera sentimenti contrastanti.
Ma voglio essere positiva e non illudermi di stare riponendo aspettative eccessive.
Lasciatemi qui, crogiolante nelle mie illusioni, fiduciosamente credula che domani entrerò così
per uscire così:
Certo, me l’han detto.
Comunque, per il taglio vorrei una cosa così:
Mentre per il colore così:
Lo so, son problemi esistenziali.
Approvo su tutta la linea 😉
🙂